Issei Sagawa, Il mostro di Parigi

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Mia Kors
view post Posted on 20/12/2010, 22:11




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Nome Completo: Issei Sagawa

Soprannome: il mostro di Parigi

Nato nel: 11 giugno 1949

Morto il: vivente

Vittime Accertate:
1

Modus operandi: Atti di mutilazione, necrofilia e cannibalismo.



Definire Issei Sagawa un serial killer sarebbe tecnicamente errato, avendo egli ucciso e cannibalizzato una sola vittima. È possibile ipotizzare che se non fosse stato scoperto, avrebbe continuato ad uccidere in totale tranquillità. Sagawa, nonostante abbia all’attivo la modesta cifra di un solo omicidio è ritenuto un vero e proprio mostro per la ferocia con cui si è accanito su Renée Hartevelt, la sua unica vittima.

L'infanzia e la famiglia:
Issei Sagawa nacque a Tokio l'11 giugno del 1949 da una facoltosa famiglia giapponese (il padre Akira era presidente della Kurita Waters Industries).
Bambino molto gracile e mentalmente disturbato, Issei iniziò a essere ossessionato dalla voglia di cibarsi di un essere umano, arrivando addirittura a sognare ciò che molti anni più tardi si sarebbe realmente compiuto. Questa macabra ossessione lo portò durante l’adolescenza a entrare di soppiatto nella stanza di una studentessa, con indosso una maschera da mostro di Frankenstein e un ombrello. L’intento di Issei non era quello di uccidere la ragazza ma solo di darle un morso sulle natiche, ma questa svegliatasi di colpo, si mise a urlare, mettendo in fuga il ragazzo.

In seguito a questo inquietante episodio, il padre di Issei, Akira, forte del suo potere, mise a tacere ogni voce, insabbiando velocemente l’accaduto.

Negli anni successivi, Sagawa iniziò a nutrire una passione maniacale per le donne occidentali, prediligendo quei soggetti di sesso femminile dai tratti somatici morbidi e armonici. L’icona di questa torbida passione fu ritrovata dal mostro nelle fattezze dell’attrice americana Grace Kelly, di cui divenne un morboso ammiratore.
Nel 1981, a trentadue anni, Sagawa si trova a Parigi dove frequenta il corso di letteratura inglese presso l’esclusiva Università della Sorbona. Durante i corsi di letteratura comparata, tenutisi presso l’università di Censire, conosce la sua futura vittima, Renée Hartevelt, un’attraente olandese di venticinque anni e se ne innamora.

Il delitto Hartevelt
Il pomeriggio di giovedì 12 giugno 1981, Issei Sagawa invitò Renée Hartevelt nel suo appartamento, a Rue Erlanger, per ripassare alcune poesie in vista dell’esame di fine d’anno.
Durante il loro incontro (debitamente registrato su di una cassetta audio, a riprova della premeditazione dell’omicidio) senza alcun motivo, Issei prese una carabina calibro 22 e sparò alla ragazza, colpendola alla nuca.
Dopo averla uccisa consumò un rapporto sessuale col suo cadavere e poi iniziò lo scempio.
Con un coltello elettrico le segò le gambe, conservando alcune strisce di carne da consumare successivamente.
Dopo aver iniziato a mangiarla ebbe con il cadavere, ormai mutilato, un altro rapporto sessuale.
Scattò alcune fotografie della sua vittima e poi passò ad amputarle un seno, per poi passare alle gambe e in seguito alla lingua.
I vicini di casa dichiararono in seguito alla polizia, di aver udito distintamente le urla di felicità del cannibale durante lo strazio del cadavere.

Il banchetto di Issei durò fino al giorno dopo, venerdì 13 giugno 1981, quando decise di disfarsi del corpo.
Occultati i resti della ragazza in due valigie, si recò nel Bois de Boulogne, vicino al ristorante Chalet des les, dove abbandonò le due valigie, dalle quali cominciava a fuoriuscire il sangue della sua vittima.
Sfortunatamente per lui venne notato sia da una coppia che si trovava per caso nei paraggi, sia da alcuni clienti del su citato ristorante. Determinante fu la testimonianza del tassista, il quale ricordò chiaramente di aver caricato sul suo taxi un giovane asiatico con due grosse valigie, molto pesanti e di averlo portato dalla Rue Erlanger al Bois de Boulogne.
Per la polizia non fu affatto difficile risalire ad Issei Sagawa, il quale si fece arrestare senza opporre la minima resistenza, ammettendo immediatamente e senza reticenze, il suo orrendo crimine.
Dopo la sua confessione, Sagawa venne incriminato per omicidio colposo e incarcerato nella prigione parigina della Santè.

L''estradizione e la fortuna
Il 30 marzo del 1983 il tribunale di Parigi dispose di non procedere contro colui che era stato soprannominato il mostro di parigi, dichiarandolo incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. Pertanto Issei Sagawa venne internato nell’ospedale psichiatrico Henri Collin di Villejuif, dove rimase fino al 22 maggio del 1984.
Il padre di Issei, Akira, riuscì ad ottenere l’estradizione del figlio pur fra le proteste della famiglia della vittima, la quale chiese addirittura al parlamento dell’Aia di interdire l’accesso a Sagawa, qualora si fosse trovato nel loro paese.
Tornato in Giappone, il mostro di Parigi venne internato nella clinica Matsuzawa, dove rimase appena quindici mesi.
Infatti nell’agosto del 1985 Issei fu rimesso in libertà e in più potette disporre anche di un passaporto per la Germania. Tutto questo dopo solo cinque anni dal brutale omicidio da lui perpetrato.
Fu proprio grazie alla sua fama di mostro cannibale che iniziò la fortuna di Sagawa. Scrisse quattro libri, fra i quali, quello in cui narrò la sua mostruosa esperienza, vendette da solo 200.000 copie.
Nel 1992 fu chiamato a recitare nel film The Bedroom (Shisenjiyou no Aria) del regista giapponese Hisayasu Sato e anche in alcune pellicole pornografiche.
Attualmente si dedica al giornalismo, curando una colonna su un tabloid giapponese ed è spesso ospite in molti talk show.

A riprova della macabra fama di cui gode nel suo paese, vale la pena ricordare un episodio molto curioso ed indicativo. Nel 1997 pubblicò un libro intitolato Shonen A, nel quale si trovò a commentare, con la perizia di un criminologo, i delitti dell’anonimo serial killer quattordicenne di Kōbe, conosciuto sotto lo pseudonimo di Sakakibara Seito, il quale uccise e straziò cinque bambini in soli quattro mesi.

Oggi Issei Sagawa è un libero e benestante cittadino, che dopo ventinove anni, parla ancora di quella terribile esperienza in maniera candida e calma e della quale continua a raccogliere i lucrosi frutti.

Fonte: latelanera.com


Come detto, tecnicamente, non è un serial killer ma "meritava" di essere menzionato sia per l'orrore che ha commesso, sia per la fama che il crimine gli ha dato. Trovo sia scandaloso che una persona del genere possa, oltre che andare tranquillamente in giro ed avere un lavoro molto buono, fare tanti soldini raccontando ciò che ha fatto. Manco avesse fatto a pezzi un maialetto per natale. >.<
 
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-Lestat-
view post Posted on 21/12/2010, 15:42




che schifo di mostro
 
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Unstable Dru
view post Posted on 24/12/2010, 21:16




Daje! Conviene uccidere e dichiarare di essere pazzi allora! Poi parlarne con lucidità e nessuno ti dice niente! Wow...bella robba....
 
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2 replies since 20/12/2010, 22:11   128 views
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