-Lestat- |
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| Il personaggio di Dexter in due stagioni cambia, si evolve. Lei, Michael C Hall si è evoluto in parallelo con il personaggio che interpreta?
Credo che per me sia normale trasferire qualcosa di me stesso in Dexter e in un certo senso capire me stesso attraverso di lui. E’ un processo a due vie. Soprattutto se si interpreta lo stesso personaggio per lungo tempo. E’un rapporto di dare e avere. Spero solo di non avere imparato il peggio da lui (ride).
E cosa pensa di avere appreso?
Da David Fisher di “Six Feet Under” ho imparato anche a vincere alcune timidezze che avevo e ad apprezzare i momenti che viviamo per quelli che sono, con “Dexter” credo di avere consolidato la mia necessità di essere determinato e sempre attivo, in movimento.
Dexter è stato influenzato dalla sua adolescenza. Crede che le prime esperienze influenzino sempre il nostro futuro?
Sì a diversi livelli. Ognuno di noi cresce sulla base della natura e dell’educazione che riceve, è necessario capire però quale delle due ha priorità sull’altra. Da attore penso di fare molte autoanalisi di questo tipo che comportano l’esplorazione di se stessi e del personaggio che si deve interpretare. E entrare nel passato di Dexter è stato molto interessante.
Si dice che una serie televisiva come “24” con Kiefer Sutherland abbia ispirato le torture di Guantanamo e sia un prodotto tipico della presidenza Bush. “Dexter” dove si va a collocare?
Una serie come “Dexter” può sicuramente rappresentare le fantasie di vendetta degli spettatori, ma può attrarre anche per le sue lotte interiori. In un mondo che letteralmente ha perso il controllo, saper conoscere se stessi anche negli aspetti negativi, può aiutare a prendere le decisioni più corrette in ogni situazione.
di Mattia Nicoletti da Metro del 3 Marzo 2009
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